Parole sulla disabilità: la voce di Olga

Parole sulla disabilità: la voce di Olga

Nella società di oggi, la disabilità è spesso oggetto di rappresentazioni stereotipate e pietistiche. In Fondazione Elìce non solo i professionisti ma anche i pazienti si impegnano affinché questa concezione venga superata. Vi raccontiamo quindi la storia di Olga e del progetto che l’equipe IOSI ha pensato per lei.

 

Chi è Olga? 

Olga è una ragazza disabile di 35 anni. Da diversi anni in Elìce è affiancata dai nostri operatori che la supportano nel cammino verso una vita più autonoma. Nello specifico, Olga segue un percorso di potenziamento cognitivo con particolare attenzione alle funzioni esecutive. Questo la aiuta nell’organizzazione e nella risoluzione dei problemi quotidiani. 

Nonostante le sfide che quotidianamente incontra, Olga porta avanti con energia ed entusiasmo le proprie passioni: la fotografia, il cinema e la scrittura. A partire quindi dai suoi interessi è nato il progetto che l’ha coinvolta in prima persona e che si poneva come obiettivo quello di scrivere una serie di articoli che trattassero il tema della disabilità. Parlando di cinema, personaggi pubblici, realtà e iniziative locali, Olga ha saputo raccontare la disabilità con parole nuove allontanandosi dalla rappresentazione pietistica che tanto disapprova. Non solo ha descritto le difficoltà reali o le situazioni che le persone possono sperimentare a causa della disabilità, ma ha anche messo in luce la forza, la passione e la possibilità di queste di partecipare alla vita. Per Olga la disabilità non definisce interamente una persona ma è solo uno degli aspetti dell’identità. 

 

Riabilitare a partire dai punti di forza 

Il progetto pensato per Olga, così come ogni altra forma di intervento IOSI, è strutturato a partire dalle risorse della persona. Questo approccio comporta diversi benefici: aumenta l’engagement e la motivazione del paziente, facilita il raggiungimento dei risultati e fornisce al professionista un ulteriore canale per intervenire sulle funzioni deficitarie. Diversamente, un percorso riabilitativo che pone il focus unicamente sui deficit può risultare tortuoso sia per il paziente sia per il professionista e in alcuni casi ostacolare il trattamento. Il progetto di scrittura pensato per Olga si inseriva in un più ampio intervento clinico ma ha rappresentato una parte importante di tale percorso. Non solo ha dato lei la possibilità di esprimersi su un tema che la tocca e “scotta” quotidianamente, ma ha anche contribuito ad allenare numerose funzioni cognitive che in parallelo erano oggetto di riabilitazione: ad esempio l’organizzazione, la pianificazione, la flessibilità cognitiva, la memoria e l’attenzione. Accanto a questo, occorre anche sottolineare l’importanza del professionista che affianca il paziente. Affinché si raggiungano i risultati sperati, egli deve saper essere mediatore e facilitatore, motivando il paziente e ponendolo di fronte a sfide proporzionate e tarate su sua misura. Questo elemento terapeutico si inserisce nella più ampia cornice del modello IOSI (Interdisciplinare, Olistico, Sistemico, Integrato). Il progetto riabilitativo pensato per Olga è quindi un esempio concreto delle proposte che l’equipe di Elìce “cuce” su misura dei propri pazienti. 

Considerando le riflessioni del presente articolo, non c’è modo migliore di concludere se non dando voce a Olga stessa. Ecco come si presenta: 

Ciao! Sono Olga Andreoli, ho 35 anni e da qualche anno frequento Elìce per migliorare le mie capacità e #partecipareallavita.  

Da maggio 2017 vivo a Milano a Casa alla Fontana, un progetto di vita della cooperativa La Cordata, che accoglie famiglie consapevoli, studenti e persone con disabilità. Gli educatori, le assistenti sociali e le operatrici socio-sanitarie di Casa alla Fontana ci aiutano nelle difficoltà che incontriamo nella vita.  

Il mio hobby principale è la fotografia. Mi piacciono le foto di ritratto, di cinema, di viaggi e di guerra. Il mio obiettivo è diventare una fotografa di cinema e di viaggi, per fotografare gli attori sul set e per scoprire nuove culture. La passione per la fotografia è nata dopo un periodo buio della mia vita in cui non sapevo cosa fare. Questo periodo è finito quando una mia amica mi ha fatto conoscere l’associazione Libera che tra le varie attività si occupa anche di parlare di mafia nelle scuole. Visto che faccio fatica a parlare ho iniziato a fotografare i loro eventi. Il mio ultimo progetto, suggerito dalla mia insegnante di fotografia, è stato realizzare un calendario in cui ho ritratto i miei amici.  

Un’altra mia passione è la scrittura. Fin da piccola mi piaceva scrivere, mi aiutava a sfogarmi, essere sincera, parlare di cose scomode, esprimere pensieri ed emozioni in modo libero. Ho scritto alcuni testi su vari fotografi, commentando le caratteristiche delle loro fotografie. Sto scrivendo degli articoli per Elìce, che parlano della disabilità senza pietismo ma lasciando un messaggio di speranza per il futuro. 

 

Filippo Tonon

Psicologo

Fondazione Elìce