
30 Gen Mano nella mano: l’approccio Brain Restart®
Attualmente Elìce è la “casa italiana” del Brain Restart®, approccio terapeutico originato da metodiche diffuse nel nord Europa, in particolare Austria e Germania, e nato a 4 mani dalla collaborazione dei terapeuti di Fondazione e Elice e di FisioLogisch.
Nasce per il trattamento di persone adulte o in età evolutiva con una disorganizzazione del sistema percettivo che si può manifestare con disturbi della motricità, del comportamento, del linguaggio, e, in generale, con la mancanza di autonomia in alcuni aspetti della vita quotidiana. Queste fragilità possono essere esito di lesioni cerebrali, danni del sistema nervoso centrale oppure possono essere relative a bambini con disturbi del neurosviluppo di varia natura.
L’approccio Brain Restart® si rivela utile sia al paziente che ai suoi familiari/caregivers. Il paziente potrà infatti imparare a servirsi delle proprie intelligenze e del proprio corpo per risolvere problemi della vita quotidiana (come vestirsi, prepararsi la colazione…); i familiari/caregivers apprenderanno uno stile di aiuto utile a promuovere autonomia senza sostituirsi al paziente nella risoluzione di un problema.
Riavvio in corso…
Il termine Brain Restart® letteralmente significa “riavvio del cervello”.
Perché riavvio? Si parla di una vera e propria ri-partenza perché, in ogni lesione del sistema nervoso centrale, la percezione risulta compromessa o alterata. Ne consegue che il sistema nervoso non è più in grado di raccogliere o processare fluidamente le informazioni in entrata e non può dunque esprimere delle buone performances nella relazione con il mondo esterno sotto vari aspetti (motorio, linguistico, comportamentale…).
Un corpo in interazione
Il Brain Restart® nutre il sistema percettivo con informazioni molto significative per la sua organizzazione, cioè informazioni di natura tattile.
Queste informazioni vengono proposte tramite sequenze/attività della vita quotidiana con il metodo delle interazioni guidate: vengono offerte al paziente diverse esperienze di interazioni fra il suo corpo e oggetti, fra oggetti e oggetti, fra oggetti e piani di appoggio, fra il proprio corpo e le superfici di sostegno. Queste esperienze vengono proposte con la tecnica della guida, cioè il gesto con cui il terapeuta accompagna la persona assistita a fruire dell’esperienza proposta con il proprio corpo, mettendo le proprie mani sulle mani del paziente: la guida è la mediazione fra il paziente e l’esperienza. È inoltre la tecnica che enfatizza l’informazione tattile e che sostiene la sequenza di operazioni dell’attività proposta. Le attività proposte in un setting di questo tipo non sono semplici intrattenimenti, ma hanno valenza terapeutica perché in grado di incidere sui “segni” patologici; il modo in cui una persona interagisce con una situazione reale necessita della messa in gioco dell’intero sistema nervoso centrale (e periferico!) attraverso strategie cognitive, motorie e verbalizzazione dell’azione.
Nel BR trova posto inoltre la pratica della neurodinamica, per prendersi cura anche delle strutture del sistema nervoso periferico che risentono del danno centrale. Le tecniche di mobilizzazione vengono proposte sia in sessioni dedicate sia e soprattutto in associazione alle attività di interazione guidata o nelle situazioni di vita quotidiana: scegliere di far indossare le scarpe al paziente seduto con le gambe allungate davanti a sé anzichè con le ginocchia piegate è un esempio di come le tecniche neurodinamiche possono essere integrate nelle attività di vita quotidiana.
Tra mente e corpo
Lo sviluppo delle intelligenze avviene attraverso le esperienze che si vivono grazie ai movimenti, i quali generano nuovi ritorni di informazione in un cerchio infinito che ci porta a dire che il nostro fare non è solo eseguire dei gesti, ma pensare con le mani.
Le recenti teorie sulla cosiddetta “embodied cognition” (intelletto incarnato) partono dall’assunto che il pensiero non si sviluppi per concetti astratti, ma per azioni.
Partecipare alla vita
In conclusione la peculiarità dell’approccio consiste nell’unire la terapia al contesto reale di vita: di un percorso Brain Restart® fanno parte sedute con il terapeuta e proposte da vivere insieme ai familiari sia come esercizi sia come utilizzo reale nella vita quotidiana, occasione insostituibile nella quale consolidare quanto appreso in terapia. Quest’ultimo viene infatti trasferito nelle attività normali di ogni giorno con opportuni accorgimenti, così che ogni gesto della giornata, o meglio, ogni azione (orientata per uno scopo) possa essere occasione per il nuovo apprendimento. Parliamo di apprendimento perché il recupero dopo una lesione cerebrale non si configura come una guarigione (intesa come un ritorno alla condizione precedente), ma come nuova costruzione della capacità di partecipare attivamente alla vita.
Barbara Balzarotti
Fisioterapista esperta Brain Restart
Fondazione Elìce