Capire la disortografia e la disgrafia: la storia di Edoardo

Capire la disortografia e la disgrafia: la storia di Edoardo

“Mio figlio è stupido?” “Non potrà mai fare l’avvocato come me?” “Come è possibile che non riesca a scrivere correttamente le doppie?” Con questi timori ci ha accolto il padre di Edoardo, un bambino di 8 anni che frequentava terza elementare.

 

Difficoltà specifiche e ricadute socio-emotive 

Sin da quando ha iniziato ad andare alla scuola primaria, Edoardo ha manifestato alcune fragilità: frequenti errori ortografici in particolare a carico delle doppie e del corretto utilizzo dell’H, rifiuto per i dettati, fatica nell’apprendimento del carattere corsivo e nel copiare dalla lavagna, lentezza durante i processi di scrittura, ricerca di supporto e rassicurazione da parte degli insegnanti, richiesta di aiuto durante lo svolgimento dei compiti a casa, grande motivazione ed impegno accompagnati però da insufficiente automatizzazione delle regole ortografiche e da scarsi risultati. 

Su suggerimento del pediatra e dei docenti, la famiglia di Edoardo si è rivolta ad un Centro specializzato per avere maggiore chiarezza e per cercare di comprendere come poter supportare il bambino, che iniziava anche a mostrare sofferenza e demotivazione a causa delle fragilità riscontrate nell’ambiente scolastico e degli scarsi risultati spesso raggiunti. Sono state quindi svolte, presso la Fondazione Elìce, una visita neuropsichiatrica ed una valutazione neuropsicologica, dalla quale è emerso un quadro di difficoltà a carico delle abilità di scrittura: è stata effettuata una diagnosi di Disortografia e di Disgrafia.

 

Disturbi specifici di scrittura 

La disortografia è un disturbo specifico della scrittura, caratterizzato da difficoltà nel rispetto delle regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto, non imputabile al mancato addestramento o a deficit intellettivi, motori e/o sensoriali. Tale disturbo determina, pertanto, difficoltà nel tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici, seguendo le corrette norme ortografiche; è all’origine di una minor correttezza ortografica e si può definire come un disordine di decodifica del testo scritto, che viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto. Ci sono alcuni campanelli di allarme che caratterizzano il disturbo disortografico: confusione di fonemi e grafemi, inversioni, omissioni o sostituzioni di lettere e sillabe, tagli di parole, coniugazione di verbi errate, errori relativi alle regole ortografiche, lentezza, esitazione e povertà nella scrittura, fragilità nel copiare testi ed in generale in tutti i compiti scritti. 

La disgrafia è una condizione caratterizzata da marcata difficoltà nell’esecuzione della scrittura in presenza di quoziente intellettivo nella norma e in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali in grado di spiegare il problema. Fa riferimento al controllo degli aspetti grafici e formali della scrittura manuale ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione. Essa può manifestarsi con minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura, scorretta impugnatura, scarsa organizzazione dello spazio, vistose imprecisioni nella copia di figure geometriche, tratto fortemente marcato o leggero, grandezze delle lettere non rispettate, disallineamento delle lettere/parole rispetto alle righe del foglio, variabilità dei grafemi, ricalco o sovrapposizioni parziali delle lettere, lentezza e/o dolore durante il processo di trascrizione. Questi aspetti possono contribuire a rendere la scrittura stentata o difficilmente leggibile. La scrittura, inoltre, può presentare errori aspecifici legati allo sforzo attentivo/esecutivo che l’alunno deve compiere per produrre il tratto grafico, essendo questo scarsamente automatizzato ed accurato, sottraendo risorse al controllo ortografico in favore di un monitoraggio grafo-motorio eccessivo. 

La disortografia, così come la disgrafia, porta ad un evidente dispendio di energie nei compiti scritti, affaticando lo studente che potrebbe quindi apparire poco motivato o disattento. I bambini con queste fragilità possono inoltre mostrare disagio psicologico più o meno marcato, con conseguente manifestazione di ansia, bassa autostima e, in casi estremi, depressione. Nel caso di Edoardo, tale disagio psicologico si manifestava con nausee e mal di pancia, ricerca di conferme e rassicurazioni da parte degli insegnanti, scarsa motivazione nei confronti delle attività scolastiche. 

 

L’intervento IOSI: Interdisciplinare, Olistico, Sistemico, Integrato

A seguito della valutazione neuropsicologica si è ritenuto necessario proporre a Edoardo un percorso di potenziamento delle abilità metafonologiche e delle competenze ortografiche, oltre che di supporto alla propria autostima e fiducia nelle proprie risorse e capacità. Allo stesso tempo, si è reso indispensabile supportare famiglia ed insegnanti al fine di realizzare le condizioni contestuali e strategiche migliori per poter gestire le fragilità rilevate, anche attraverso l’utilizzo di strumenti dispensativi e compensativi adeguati. Si è rivelato inoltre importante che la famiglia e la scuola comprendessero il carattere cronico della disortografia evolutiva e che abbandonassero l’erronea idea della semplice mancanza di impegno o di attenzione quale spiegazione delle fragilità, puntando invece su un concreto sostegno lungo tutto il percorso formativo, attraverso la personalizzazione dell’apprendimento, capace di rafforzare l’autoefficacia e l’autostima del bambino. 

Edoardo ha partecipato con costanza e motivazione agli incontri settimanali (e successivamente a cadenza quindicinale) previsti con lo specialista, con il quale ha instaurato un rapporto di fiducia che si è progressivamente rafforzato. Ha raggiunto miglioramenti nell’abilità di costruzione e di esposizione del pensiero, oltre che nella capacità di creare collegamenti e di rielaborare i materiali proposti. Commette con minor frequenza errori ortografici e ha incrementato le proprie abilità attentive e di memoria di lavoro, che possono supportarlo durante lo svolgimento di attività scolastiche. Ha inoltre avuto la possibilità di sviluppare un miglior senso di sé e delle proprie capacità, sebbene permanga tutt’ora una componente di bassa autostima e di scarsa fiducia nelle proprie potenzialità, componente rispetto alla quale sarà importante continuare ad offrire supporto, ora che Edoardo ha terminato la quinta elementare e dovrà affrontare l’inserimento presso le scuole medie. 

Riconoscendo l’importanza del lavoro di equipe, in accordo con la famiglia, si è pensato di coinvolgere anche uno psicoterapeuta, per supportare il bambino non soltanto in questo grande cambiamento, ma anche per aiutarlo a comprendere, accettare ed elaborare la separazione dei genitori. 

 

Mara Bottan 

Psicologa, Neuropsicologa, Referente valutazioni all’apprendimento 

Fondazione Elìce